26/05/11

Accessibilità à là Singaporiana


Singapore stupisce non solamente per la sua pulizia e l’ordine, ma in modo particolare per la sua attenzione verso l’accessibilità di tutte le parti della città. A partire dai marciapiedi, che sono immancabilmente abbassati in corrispondenza di un passaggio pedonale o incrocio con semaforo, le indicazioni che vengono forniti per l’orientamento sono studiate e messa in opera in maniera, quasi, maniacale.
Intanto, una delle caratteristiche fondamentali di un percorso per la sedia rotella è senz’altro un percorso senza gradini, ma a questo si aggiunge anche una superficie complanare e privo di parti sconnessi, buchi o altro come coperchi della fognatura infossato o sporgente. Le segnalazioni sono vari, a più livello di percezione: a incroci piccoli, il semaforo segnala con una semplice intermittenza del verde il passaggio a rosso, per passaggi più lunghi, il rosso si trasforma in contatore di secondi a rovescio per dare un’idea per quanto tempo è ancora acceso il verde. Ogni semaforo è dotato di un pulsante per persone anziane che necessitano un maggiore periodo di verde in quanto più lenti nel attraversare la strada. Colpisce anche la impeccabile presenza della segnaletica orizzontale.


Le aree dei “bus stop” sono contrassegnate con piloni colorati per indicare anche a persona con difficoltà di vista il bordo di riferimento. Così anche le zone di attesa, sia per bus che per taxi sono corredati di una transenna che guida da una parte la coda, dall’altra da un semplice appoggio per l’attesa senza ingombrare magari un marciapiede ridotto.
L’accesso ai mezzi pubblici, quali la MRT e LRT, sono dotati di ascensore su qualsiasi livello. Le barriere per la convalida del biglietto è munito di una porta più larga per persone disabili, mentre suoi marciapiedi dei binari sono presenti le guide tattile per persone cieche, in misura adeguata e con linguaggio unico. Colpisce, che queste indicatori sono in acciaio applicato sul pavimento regolare della stazione. La maggior parte delle stazioni inoltre è dotato di porte scorrevoli davanti ai binari, che si aprono in corrispondenza di quelli del treno.



Sembra una città uscita da un manuale di progettazione accessibile, è la presenza di persone con passeggini o sedia a rotelle nei mezzi pubblici testimonia l’efficacia dei sistemi adottati. A questa applicazione territoriale dei sistemi di orientamento e accessibilità, si aggiunge anche una notevole cura dei dettagli non trascurabili: per esempio il passaggio dal marciapiede all’interno del treno è perfettamente complanare con un “gap” di 3, massimo 4 cm. Ogni ruota o piede tranquillamente ci passa senza intralcio. Eppure, una voce richiama inevitabilmente l’attenzione su “mind the gap”.
Persino gli sportelli automatici sono pensati (tutti) per la persona seduta, quindi accessibile: al posto di disporre gli elementi d'interfaccia in modo verticale, sono messi in orizzontale evitando fessure di inserimento denaro ad un altezza non raggiungibile.


L’interno della MRT inoltre riserva alcune intuizioni tecnologiche, semplici ma efficaci per l’orientamento. Il panello di percorso è illuminato in corrispondenza delle stazioni che vengono percorse: Le stazioni illuminati di verde si trovano sul percorso, la rossa “lampeggiante” è la successiva stazione, mentre le altre, con luce spente, o sono già passate o il treno termina il percorso prima. Intuitivo e semplice. Questo sistema sulla porta inoltre è accompagnato da una luce rossa o verde ad indicare la porta dalla quale si potrà scendere nella stazione successiva.

Bisogna dormire per perdere l’orientamento. Anche per chi non ha mai usato il MRT di Singapore, basta solo salire per capire dove si va: le indicazioni oltretutto vengono comunicato con l’altoparlante in 3 lingue.

In tutto questo, alla fine non si perde nemmeno un po' di ironia:


Va quasi l’effetto di una vittoria, un “beffarlo”, quando si trovano quelle rare situazioni, in cui il manuale sull’accessibilità evidentemente è fallito. Ma in questi casi ci si diventa generosi: “può capitare anche ai migliori”.

23/05/11

Ritorno al Futuro 2: L'Estremo Oriente

Kuala Lumpur: Petronas Towers

Nel lontano 2004, un meraviglioso viaggio mi aveva portato nelle terre “selvagge” della Malaysia: persino un giro nella giungla a trovare villaggi. Ma la incoronazione della visita all’epoca era Kuala Lumpur con i suoi palazzi, in modo particolare ovviamente i bellissimi Petronas Towers. Deve essere stato un Dio, che ha studiato l’illuminazione notturna di queste architetture.
Il treno ultramoderno e silenzioso con intrattenimento sul monitor mi aveva portato dal centro della città all’aeroporto, sempre un’autentica architettura del XX sec: acciaio - vetro. Direzione? Roma, ritorno in Italia.
All’epoca sono rimasto male atterrando in un cantiere, dove le indicazioni suoi panelli erano sbagliate e gli aerei avevano ritardo o erano cancellate. Era il momento in cui la mia visione dell’Occidente aveva ricevuto un colpo basso. Corridoi infiniti di deviazioni, tornate ad U e percorsi su pavimenti disconessi.


Changi Airport Singapore

Ma questo era il 2004. Sabato sono atterrato a Malpensa venendo da Singapore, sette anni più tardi nella capitale del denaro, nel cuore del business italiano. Singapore non è Kuala Lumpur. Ma è ben di più. Un mondo perfetto, in ordine, pulito, moderno, e, incredibilmente senza caos. L’ultimo sorriso della hostess singaporiana ancora davanti agli occhi, scendo dall’aereo della Singapore Airlines e inizia il percorso: tornate ad U, pavimenti disconessi, cantieri malapena delimitati. Le indicatori sui pavimenti, di gomma, staccati, tutta l’architettura comunica squallore e sporcizia.
Malpensa
Mi sono reso conto, con tutti i voli fatti per l’Europa e altrove, gli aeroporti italiani sono le più brutte che io abbia mai visto. L’arrivo nel Bel Paese si apre con una sinfonia di malgusto, che per chi crede nel alto valore del design italiano, non trova risposta.


Linea Gialla Metropolitana Milano

Arrivati a Bologna, l’ultima scena di un viaggio che si conclude: il treno previsto su binario 4 viene spostato (a 3 minuti dell’orario di arrivo) su binario 6. La folla inizia la corsa … arrivati sul 6, non c’è indicazione e inizio sospettare che qualcosa non va … a un minuto dell’orario, una voce (bello come il sole) annuncia, che il treno si ferma a binario 3 anziché 4. Ma infatti, cosa ci faceva tutta questa gente su binario 6. Booh?

Rimango dell’idea che il lontano Asia oggi sia ben di più che non solo un immenso agglomerato di aziende che produce a basso costo. C’è il futuro prossimo del pianeta, il pulsante cuore dell’innovazione e creatività. Perché? Perché non rimangono solo belle parole, ma con investimenti abbondanti nella istruzione, benessere e urbanistica il Centro-Asia costruisce il suo vantaggio intellettuale e culturale in confronto all’Europa. E l’Occidente potrà solamente guardare come i suoi tesori intellettuali e culturali passeranno di proprietà…
Ma la questione non si ferma qui. Mettiamo, che sono architetture invecchiate e soldi per una ristrutturazione non ci sono. (sarebbe per lo meno una coerenza con tutto il resto. Ma come biglietto da visita non funziona tanto bene, e neanche per un marketing del turismo… ) Come si potrebbe allora giustificare la nuovissima tratta della metropolitana milanese oltre Maciachini? L’ho percorso, e se non fosse stato attento non mi sarei accorto di essere in un tratto nuovo. Stesso orrido design giallastro con i neon dietro ai plexi opachi come in tutte le altre stazioni … ma Milano non è la capitale del design e della moda? Dove?

16/05/11

La macchina del tempo: il volo intercontinentale


Quando c’erano ancora in funzione le Concord, c’era la possibilità per chi ne avesse il giusto portafoglio, di festeggiare due volte Capodanno: prima a Parigi, poi all’una di corsa all’aeroporto e con la Concord verso il Big Apple. Arrivati a New York c’era sufficiente tempo e rifare Capodanno. Tra fusorario e velocità dell’aereo si erano guadagnati 2 ore sufficienti per passare due volte il Mezzanotte.
A pensare, si potrebbe chiamare proprio macchina del tempo. E non solo la Concord, per la verità.
Sono atterrato a Singapore alle ore 5 del mattino, quando in Italia, da dove ero partito, erano ancora le 11 di sera del giorno prima. Si potrebbe quindi dire che l’ora nell’aereo è un ora e mezza a terra: 12 ore seduti a guardare le ultime uscite cinematografiche contro 18 ore terrestre. Per di più, con film come Interception, che tratta il tema dei sogni e mondi virtuali paralleli, l’arrivo all’aeroporto di Changì era piuttosto “disorientante” (più che stanchevole).
Si può fare qualche ragionamento sulla rotazione della terra a questo punto: Per trovare la velocità lineare dobbiamo osservare che durante una rotazione di 360 gradi un punto all'equatore percorre l'intera circonferenza terrestre, che è lunga circa 40.000 Km. La velocità lineare di questo punto sarà allora 40.000 Km diviso 24 ore, cioè circa 1667 chilometri all'ora. Negli altri punti della Terra la velocità diminuisce all'aumentare della latitudine. Alle nostre latitudini, le velocità variano dai 1334 chilometri orari di Siracusa (latitudine 37 gradi nord) ai 1167 di Bolzano (46 gradi nord). In media potremmo allora dedurre che con una velocità di aereo di 1000 km/h e ca 1550 km di rotazione terrestre la velocità assoluta dell’aereo è solo di 550 km (10000 km / 550 km/h = 18 ore), mentre nell’altra direzione si sommano: 1000 + 1550 km = 2550 km all’ora, quindi ci vogliono solo sei ore “terrestri”.
Al livello teorico quindi, con un aereo sufficientemente veloce e girando nella direzione nella quale si sommano le velocità aereo/terra, una persona potrebbe di fatto avere una giornata oltre i 24 ore.

08/05/11

Contano le idee, non i mezzi

Un bellissimo augurio per la festa della mamma, ci dovrebbe far ricordare che sono le passioni e idee che portano avanti il mondo. A volte, fissato per trovare mezzi importanti, risultati incredibili, perdiamo di vista la possibilità di fare comunicazione con mezzi semplici, raggiungere obiettivi alla portata di mano. Molte volte le persone sono triste perchè non riaggungono i loro sogni, perdendo di vista che la vita di per sè è un "sogno"...


Auguri a tutte le mamme.