Cavallo di Troia, elaborazione Virtualtouchdesign |
Guidata da una paura viva, di essere travolta da una minaccia mortale, ha fatto proclamare Laocoonte questa famosissima frase “Timeo danaos atque dona ferentes” di fronte all’arrivo del Cavallo di Legno, segno di apparente amicizia, ma in realtà arma letale: Troia viene sconfitto proprio accettando un dono che porta in sé gli soldati greci che uccideranno di notte la popolazione troiana. "Temo i Greci e i doni che portano ..."
Mi sembra un immagine efficace, pensando che in questo giorni si è concretizzato la Agenzia nucleare, sotto la guida del genericamente stimato prof. Umberto Veronese. Come scrive il Sole24ore lo scorso giovedì 27.01., la Camera ha disegnato il quarto membro, Stefano Laporta, rendendo così il vertice operativo.
Due osservazioni del tutto casuale e non correlate però hanno suscitate una lettura diversa di questo ulteriore passo verso una “valutazione” dell’energia nucleare.
La prima, è un commento incredibile del Ministro Gelmini in relazione alla Riforma universitaria, di qualche puntata fa a Ballarò: “la riforma vuole eliminare qualche corso di laurea inutile come Scienze delle Comunicazioni (!!!) “
La seconda è tratto dal libro “Le mele di Chernobyl sono buone”, che esamina l’ultimo mezzo secolo di rischio tecnologico. Nel tratto sulla malattia bovina, la BSE, che risuona ancora come “la mucca pazza” nella memoria collettiva con relativo panico, descrive la posizione della politica italiana rispetto al pericolo contaminazione:
“Dicono sciocchezze, si basano su un ragionamento che non ci garba per niente. Ritengono, che il fatto di non avere casi di animali malati (ndr: di fatto il presidente francese Chirac aveva preso in giro l’Italia dicendo che non si trovano casi di BSE in quanto non vengono effettuate controlli), né oggi né in passato, può dipendere dalla mancanza di controlli a tappeto. Invece per me è il contrario. I casi non ci sono stati proprio grazie alla presenza di una rete di protezione ad alto livello. (…) I nostri allevamenti sono incontaminati. (…) Da tecnico dichiaro che oggi in Italia non c’è nessun pericolo.”[1]
Ad annunciare queste poderose parole di convinto “tecnico” è il Ministro della Sanità, lo stesso Prof. Umberto Veronesi.
Seguito un necessario adeguamento alle norme comunitarie, a partire il 01. Gennaio 2001 vengono eseguiti test su bovini italiani e solamente 13 giorni dopo, il 13.01. salta fuori il primo caso, la “mucca 103” nel bresciano.
Dopo un episodio simile in Germania, il Ministro della Sanità tedesco dà, insieme al suo vice, le dimissioni. In Italia? Oggi dirige la commissione della Agenzia del nucleare per la valutazione dei rischi …
Il progresso tecnologico fa parte di una delle eccezionali caratteristiche dell’uomo: la curiosità e la voglia di scoprire. Ma visto che il sapere scaturito da questa curiosità appartiene solo ad alcuni pochi eletti, la “popolazione” si deve poter fidare delle comunicazioni e spiegazioni che presentano gli scienziati. Inoltre, con la portata immensa che hanno oggi le scoperte, la scienza è diventata di fatto politica, spostando la necessità gestionale e comunicativa ad un altro livello. Ma purtroppo, con gli atteggiamenti mostrati in passati, la fiducia è venuto a meno e con fatica, il mondo scienziato e politico tenta di ricucire la ferita.
E qui il commento del Ministro Gelmini: abolire proprio “Scienza delle Comunicazioni”? Probabilmente sì. Non avendo i mezzi per comunicare bene, moriamo tutti ignoranti.
Link Repubblica su Mucca 103, 15.01.2001
[1] Giancarlo Sturloni, Le mele di Chernobyl sono buone, pag. 128, citando Margherita De Bac nel Corriere della Sera del 11/11/2000